Il palazzo di Torre Guevara si trova nella piana compresa tra i due affluenti Sannoro e Lavella, a nord del torrente Cervaro, nel territorio di Orsara di Puglia. La costruzione rientrava nell’elenco delle dimore reali della corte aragonese. Il palazzo è eretto sul versante nord della conca attraversata dal torrente Cervaro, in un’area ricca di cacciagione. La zona, oltre a fornire relax ai vari feudatari e regnanti di passaggio, veniva utilizzata per il ripopolamento faunistico
LA CASA DEL DUCA.
Torre Guevara ha trecento anni di storia. Il palazzo fu eretto nel 1680. I Guevara, signori di Bovino, acquisirono il Territorio di Orsara di Puglia e decisero di regalarsi un edificio degno della loro dinastia. Fu Giovanni, quinto duca di Bovino, a far costruire Torre Guevara, per i soggiorni di caccia nel territorio di Montellare. Fece erigere l'imponente edificio nel cuore stesso di un'area geografica delimitata a nord dall'antica città di Troja, a sud ovest da Orsara, a sud da Bovino e ad est da Castelluccio dei Sauri. Una zona ricca di cacciagione, immersa nel verde e nella poesia di un paesaggio dolce come le linee delle colline daune. Il Palazzo fu utilizzato come sontuosa tenuta di caccia. Ospitò re e regine. Nelle sue stanze trovarono ristoro Carlo III di Borbone e la regina Amalia di Valbussa. Il palazzo ha un impianto rettangolare di sessanta metri per venti, con tre piani coronati da un imponente cornicione. E' caratterizzato da una spessa muratura in pietra, con volte a botte.
LA CASA DEL DUCA.
Torre Guevara ha trecento anni di storia. Il palazzo fu eretto nel 1680. I Guevara, signori di Bovino, acquisirono il Territorio di Orsara di Puglia e decisero di regalarsi un edificio degno della loro dinastia. Fu Giovanni, quinto duca di Bovino, a far costruire Torre Guevara, per i soggiorni di caccia nel territorio di Montellare. Fece erigere l'imponente edificio nel cuore stesso di un'area geografica delimitata a nord dall'antica città di Troja, a sud ovest da Orsara, a sud da Bovino e ad est da Castelluccio dei Sauri. Una zona ricca di cacciagione, immersa nel verde e nella poesia di un paesaggio dolce come le linee delle colline daune. Il Palazzo fu utilizzato come sontuosa tenuta di caccia. Ospitò re e regine. Nelle sue stanze trovarono ristoro Carlo III di Borbone e la regina Amalia di Valbussa. Il palazzo ha un impianto rettangolare di sessanta metri per venti, con tre piani coronati da un imponente cornicione. E' caratterizzato da una spessa muratura in pietra, con volte a botte.
LA DINASTIA SPAGNOLA CHE AMO’ LA CAPITANATA.
Provenivano dalla Spagna i Guevara, dove vantavano già secoli di nobiltà. Furono affascinati dall'Italia, terra di scintillanti promesse e di epiche conquiste. I Guevara giunsero nel Bel Paese al seguito di Alfonso I D'Aragona, Re di Sicilia dapprima, sovrano di Napoli dal giugno del 1442. Fu un atto di fede al proprio Re, poiché i Guevara volevano stare al fianco del loro sovrano nella difficile guerra contro i francesi. Iñigo, Ferrante ed Alfonso Guevara, figli di donna Costanza di Tovar e don Pedro, secondo conte di Oñate, per le imprese militari compiute al servizio di Alfonso I D'Aragona, determinanti per la conquista del Regno di Napoli, ottennero onori, terre e titoli in Italia. La storia dei Guevara, però, si intreccia con quella della Capitanata solo nel 1577, più di un secolo dopo il loro approdo sulle italiche sponde. Giovanni, uno dei rampolli della dinastia, acquistò per trentottomila ducati la città di Bovino. Re Filippo II nominò Giovanni Primo Duca di Bovino. Ad un altro Giovanni, discendente del primo Duca di Bovino, si deve la realizzazione di Torre Guevara. Fu il quinto Duca di Bovino, nato nel 1638, a far costruire l'imponente edificio. Fu sempre lui a fondare nel castello di Bovino una ricchissima biblioteca che l'abate Pacichelli stimava come la più ricca del Regno. I possedimenti ed il dominio dei Guevara andarono crescendo nel tempo. Gli interessi della dinastia si estesero. Gli spagnoli divennero signori di Castelluccio, Orsara di Puglia, Panni e, contemporaneamente, continuarono a prosperare in terra iberica. L'ultimo discendente della dinastia a conservare la proprietà di palazzo Guevara fu Giovanni De Risis. Questi, il 19 ottobre 1920, vendette la tenuta di Torre Guevara ad una cooperativa. Si chiudeva per sempre la lunga storia di una famiglia d'altri tempi che ha legato il suo nome alle vicende della Capitanata.
Provenivano dalla Spagna i Guevara, dove vantavano già secoli di nobiltà. Furono affascinati dall'Italia, terra di scintillanti promesse e di epiche conquiste. I Guevara giunsero nel Bel Paese al seguito di Alfonso I D'Aragona, Re di Sicilia dapprima, sovrano di Napoli dal giugno del 1442. Fu un atto di fede al proprio Re, poiché i Guevara volevano stare al fianco del loro sovrano nella difficile guerra contro i francesi. Iñigo, Ferrante ed Alfonso Guevara, figli di donna Costanza di Tovar e don Pedro, secondo conte di Oñate, per le imprese militari compiute al servizio di Alfonso I D'Aragona, determinanti per la conquista del Regno di Napoli, ottennero onori, terre e titoli in Italia. La storia dei Guevara, però, si intreccia con quella della Capitanata solo nel 1577, più di un secolo dopo il loro approdo sulle italiche sponde. Giovanni, uno dei rampolli della dinastia, acquistò per trentottomila ducati la città di Bovino. Re Filippo II nominò Giovanni Primo Duca di Bovino. Ad un altro Giovanni, discendente del primo Duca di Bovino, si deve la realizzazione di Torre Guevara. Fu il quinto Duca di Bovino, nato nel 1638, a far costruire l'imponente edificio. Fu sempre lui a fondare nel castello di Bovino una ricchissima biblioteca che l'abate Pacichelli stimava come la più ricca del Regno. I possedimenti ed il dominio dei Guevara andarono crescendo nel tempo. Gli interessi della dinastia si estesero. Gli spagnoli divennero signori di Castelluccio, Orsara di Puglia, Panni e, contemporaneamente, continuarono a prosperare in terra iberica. L'ultimo discendente della dinastia a conservare la proprietà di palazzo Guevara fu Giovanni De Risis. Questi, il 19 ottobre 1920, vendette la tenuta di Torre Guevara ad una cooperativa. Si chiudeva per sempre la lunga storia di una famiglia d'altri tempi che ha legato il suo nome alle vicende della Capitanata.
2 commenti:
Sono uno che ama Orsara non solo per aver sposato una donna straordinaria di questo paese , che purtroppo ora non c'è più, ma nel suo insieme cosi' comè fatto, per gli orsarsi con i quali mi trovo bene con loro e la cucina orsarese con sapori eccezionali,io non sono di Orsara ma mi sento del posto .Vi abbraccio. A Francesco Quitadamo dico complimenti per il blog se vuoi consulta il blog dal nome micromacro
Ti ringrazio per i complimenti. Anche io non sono di Orsara. E' un paese che ho conosciuto anni fa e di cui mi sono innamorato per la gente. Il tuo blog è http://micromacro-michele.blogspot.com/?
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