venerdì 1 agosto 2008

Jazz and rock, 1-2-3-4 agosto: Orsara cala un poker d'eventi musicali

ORSARA DI PUGLIA (FG) – All’Orsara Jazz è il giorno di Django Bates, musicista “made in England” che questa sera, alle 21.30, sarà l’assoluto protagonista del concerto in Largo San Michele. Nato nel 1960 a Beckenham, un sobborgo di Londra, Django Bates è ritenuto uno dei jazzisti più fantasiosi del mondo. Per la sua capacità creativa, nel 1997 gli è stato assegnato il Jazzpar Price, premio danese che equivale a una sorta di “Nobel del jazz”. Pianista, compositore, direttore e virtuoso di corno, ha inizialmente affrontato alcune esperienze di formazione musicale al Royal College of Music di Londra, scegliendo in seguito la più difficile ma affascinante strada dell’autodidatta. In questa scelta giocavano anche le musiche ascoltate da bambino:suo padre collezionava folklore rumeno, musica africana e jazz. E’ stato profondamente influenzato dalla musica dei Blue Notes, grandi musicisti sudafricani a Londra. Da loro ha appreso l’arte di jazz piacevolmente complesso nella variazione di materiale semplice, ritmicamente incalzante, pieno di fascino melodico, e soprattutto giocoso. Ha inoltre accentuato il gioco in forma di spettacolo, con grande libertà inventiva. Ha collaborato con il compositore e direttore afroamericano George Russell e con l’ex batterista degli Yes, Bill Bruford, che riconosceva in lui l’unico pianista jazz capace di adattarsi alla varietà dei suoi Earthworks.
In Danimarca Django Btes ha ricevuto la cattedra presso il Conservatorio RMC (Rhytmic Music Conservatory), un centro universitario indipendente di ricerca, che ha ospitato musicisti e personaggi illustri come Airto Moriera, Rosa Passos, Al Perkins, Fernando Suarez Paz (Piazzola) e Hamish Stuart, con lezioni e seminari sulla musica brasiliana, jazz, Nashville, tango e musica pop. Recente è la collaborazione con Absolute Ensemble, l’orchestra diretta da Kristjan Jarvi, tra le migliori ensemble del repertorio contemporaneo del momento, in un programma dal titolo “Absolute Zappa” che vuole essere un omaggio all’arte compositiva di Frank Zappa.


Quella di sabato 2 agosto è la data più attesa dell’Orsara Jazz. Sul palco di Largo San Michele, alle 21.30, salirà il quintetto di Lee Konitz, con Lucio Ferrara alla chitarra, Kengo Nakamura al contrabbasso, Antonio Ciacca al piano, Ulysses Owens alla batteria e Lee Konitz al sax. A 81 anni, Lee Konitz è una delle ultime leggende viventi della musica Jazz, uno dei pochi capaci di suonare con Miles Davis senza esserne offuscato. Nato a Chicago il 13 ottobre 1927, è un Colosso indiscusso dell’arte dell’improvvisazione. Continua a stupire per la sua straordinaria originalità espressiva che lo portò, già alla fine degli anni ’40, a essere considerato uno degli artisti più geniali del suo tempo. Ascoltare Lee Konitz significa incrociare una delle personalità più complesse e interessanti del Jazz del dopoguerra. La sua musica è tra le più sottilmente mobili e ambigue: chi lo classifica come esponente del Cool Jazz ne riduce semplicisticamente il profilo artistico, che invece è caratterizzato da incredibile molteplicità di visuali. In quarant’anni di attività, Lee Konitz come Miles attraversa tutti i grandi cambiamenti e le rivoluzioni della storia del Jazz: partecipa alle memorabili sessions del ’49 con Tristano e alla registrazione del capolavoro “Birth Of The Cool” a fianco della tromba di Miles Davis; negli anni ’60 affronta una serie di esperienze decisamente d’avanguardia con una serie di duetti che precorrono chiaramente il Jazz degli anni ’70. Oggi Lee rimane uno dei più lucidi stilisti del Jazz, sempre perfettamente cosciente dei suoi mezzi e dei suoi obiettivi, sempre assolutamente onesto nei confronti della musica, sempre fedele al suo mondo poetico dove creatività e distaccato autocontrollo trovano una irripetibile sintesi. La sua attuale formazione nasce al Roth’s di New York, dove Lucio Ferrara si è esibito con il trio di Antonio Ciacca e dove ha conosciuto Lee Konitz.


L’Orsara Jazz, il 3 agosto, chiuderà col botto: dopo i fuochi d’artificio e creatività prodotti in Largo San Michele dalle performance di Django Bates e Lee Konitz, l’ultima serata del Festival, quella di domenica, porterà sul palco la formazione a dieci elementi di Enzo Favata con The New VIllage, progetto che segna una svolta nel discorso musicale di Enzo Favata iniziato nella sua città, Alghero, dove ebbe il modo di incontrare uno dei grandi della black music afroamericana, Lester Bowie. grazie Nel 1987, Favata ha avuto modo di suonare con l’Art Ensemble of Chicago e di conoscere il contrabbassista Marcello Melis. La ricerca musicale di Enzo Favata lo ha portato a sviluppare un linguaggio jazz del tutto originale, confrontandosi con i codici musicali della sua terra, e a collaborare in venti anni di attività con grandi artisti del jazz nazionale e internazionale.
Il suo nuovo progetto musicale accentua maggiormente gli aspetti legati all’improvvisazione e alla sperimentazione accostando le arcaiche polifonie dei tenores al free jazz.


Lunedì 4 agosto, terminati gli 8 giorni della Rassegna Jazz, Orsara si trasformerà nel palcoscenico del rock emergente con “Echi Live for Emergency”, una giornata di musica e solidarietà in favore dell’associazione di Gino Strada. L’iniziativa è organizzata da Echoes, sodalizio orsarese, in collaborazione con l’Amministrazione comunale. L’antico cortile del Palazzo Baronale, dalle ore 20.30, ospiterà il maxi concerto di Black Fanfare, The Niro, Le luci della centrale elettrica, il Genio e dei Nobraino. La manifestazione comincerà nel pomeriggio, con una mostra fotografico – pittorica, la distribuzione di materiale informativo sull’attività del sodalizio fondato da Gino Strada e la proiezione della storia di Sunìa, una ragazza del Sudan diventata il simbolo di un’Africa che lotta per sconfiggere miseria e disperazione. Nel marzo 2006, Emergency ha dato avvio alla campagna “Diritto al cuore”, a cui Echi Live ha subito aderito. L’obiettivo del progetto era quello di costruire un ospedale di cardiochirurgia in Sudan, un centro di eccellenza per garantire cure altamente specializzate e gratuite ai malati di un’area che comprende 9 paesi africani. Il 19 aprile 2007 lo staff di Emergency ha operato la sua prima paziente: Sunìa, una ragazza di 14 anni, che non avrebbe avuto altra possibilità di essere operata gratuitamente da uno staff altamente specializzato. Emergency ha voluto il Centro “Salam” per condividere anche con i malati africani i progressi della scienza medica. Se in Europa si può guarire, anche in Africa si deve guarire. E cosi è stato per le oltre 200 persone operate finora dallo staff di Emergency.

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