giovedì 4 settembre 2008

1° novembre, "Fuca coste e coce priatorije" - Il senso vero di una festa antica

Un tempo, quando in quest’angolo di mondo non c’era il fragore dei media e il carattere profano dell’evento era ancora vivo, si usava porre dell’olio in una bacinella piena d’acqua e sopra si poneva un treppiede con una lampada (luce ad olio): alla fioca luce della candela, si poteva assistere, secondo i vecchietti, alla sfilata delle anime del purgatorio. Un corteo senza nulla di pauroso ma che, al contrario, costituisce l’attimo di una ritrovata e misteriosa unione tra due mondi.
Per le strade risuonava il crepitio delle ginestre e in ogni angolo ardeva un falò. Elemento caratterizzante era la ginestra. Per quale motivo? La ginestra è un arbusto che cresce abbondantemente sui fianchi dei monti e delle colline orsaresi. E’ profumato e si volatilizza facilmente, facendo sembrare che il legame cielo terra si compia sotto i nostri occhi. Solo a Orsara i fuochi ,”fuca coste”, si accendono la sera del primo novembre: per tutta la notte ardono numerosi, caldi, luminosi, a creare un’atmosfera di magico incanto e comunione. Vicino alle abitazioni si appendono le zucche antropomorfe con una candela accesa all’interno e le vecchiette, prima di andare a letto, prendono dal falò un po’ di brace e la portano in casa, deponendola nel camino o in un braciere. E’ convinzione che le anime dei defunti, ritornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore dove avevano vissuto, si riscaldino e continuino il loro peregrinare per tutta la notte. E’ dunque un atto di cortesia per i defunti, un gesto d’amore per queste anime che ritornano , ma è un modo di esorcizzare l’atavica paura per il regno ultramondano, quasi come se mancando al dovere dell’ospitalità o del calore familiare il defunto possa vendicarsi sui vivi. Altro elemento curioso era ed è la compartecipazione al fuoco: se non si provvede a farne uno proprio, si partecipa al rito mediante l’apporto di qualche fascina o d’alcuni tronchi a quello del vicino. Secondo la credenza popolare, la zucca accesa avrebbe fatto ritrovare al defunto la casa dove era vissuto, proprio come ha fatto Demetra per far ritrovare la strada a Persefone.

Nessun commento: